AL VIA IL PROCESSO PER LA MORTE DI GIADA ZANOLA
E’ comparso davanti alla Corte D’Assise del Tribunale di Padova Andrea Favero, 39enne accusato dell’omicidio della compagna Giada Zanola gettata sull’A4 da un cavalcavia. L’uomo sarebbe recluso da maggio 2024 presso la casa Circondariale di Padova da dove si è sempre dichiarato estraneo ai fatti. I giudici ammesse le prove dell’accusa e della difesa , oltre all’imputato hanno ascoltato alcuni testimoni : un farmacista e gli agenti della Stradale accorsi sul cavalcavia. Una vicenda che ha sconvolto l’intera provincia che ha visto Giada morire falciata dai mezzi pesanti in transito in A4 dopo un volo nel vuoto dal ponte che sovrasta l’Autostrada per Venezia nel territorio comunale di Vigonza. Secondo l’accusa la donna di 34 anni, sarebbe stata gettata dal cavalcavia che dista circa 2/300m dalla casa dove i due giovani vivevano insieme al loro figlio, dopo essere stata stordita con benzodiazepine acquistate da Favero per commettere l’omicidio. Come movente sempre secondo l’accusa che avrebbe raccolto delle confessioni fatte prima di morire da Giada a delle amiche manifestando anche il timore di essere stata drogata, la fine del loro rapporto sentimentale. Secondo la difesa invece Favero sarebbe arrivato con la compagna in auto fino al cavalcavia in questione, poi la ragazza sarebbe scesa dopo un acceso diverbio e lui sarebbe rientrato per accudire il figlio rimasto solo in casa lasciandola sul ponte. Sulle prime infatti le indagini puntavano più verso l’ipotesi di un possibile suicidio, quadro che via via con il passare del tempo ha preso tutt’altra piega fino all’epilogo che ha portato il 39enne in Tribunale. Calendarizzata al 27 ottobre la prossima udienza.