LAVORO NERO, TRA BAR E RISTORANTI MULTE MILIONARIE

Il lavoro nero, irregolare o sottopagato non è più tollerabile in una categoria di esercizi che ha a disposizione ogni possibile contratto, per venire incontro alle esigenze dei lavoratori, ma anche dei datori di lavoro. Così parlava la presidente dell'Appe, l'associazione dei pubblici esercizi, nel corso della giornata di reclutamento di lunedì, che ha visto incontrare quasi duecento candidati con le aziende del settore in cerca di manodopera. Che il problema dell'irregolarità nel settore della ristorazione sia ancora attualissimo, lo certifica la Guardia di Finanza padovana, che nei primi mesi di quest'anno ha messo a punto numerose attività ispettive per prevenire e contrastare il fenomeno. I controlli di polizia economico-finanziaria hanno raggiunto diversi operatori economici in città e in provincia, individuando 40 lavoratori impiegati completamente in nero e 16 condizioni di irregolarità. Bar, locali di intrattenimento e ristoranti situati in tutto territorio provinciale: in due casi, sono stati riscontrati anche lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno, in altri, anche nel territorio della Bassa e pure in attività dell'ambito tessile, si sono riscontrati stipendi al personale versati esclusivamente in contanti. Nell'Alta, invece, i bar pizzicati con le mani nel sacco avevano quattro lavoratori in nero, mentre si è certificata anche la presenza di due collaboratori familiari sprovvisti di assicurazione. In totale, in questo 2024, sono state elevate sanzioni amministrative comprese, complessivamente, tra un minimo di 215 mila euro e un massimo di oltre un milione di euro. Dieci attività sono state sospese, perché tra i loro impiegati più del 10% del personale non era assunto regolarmente.