PADOVA, 22 MINI-ALLOGGI DEVONO ESSERE SGOMBERATI
22 mini-alloggi destinati agli affitti brevi verranno dichiarati inagibili nei prossimi giorni. I monolocali si trovano in via Giuseppe Jappelli 6, nel pieno centro di Padova, e sono stati ricavati da due appartamenti e un ex negozio. Una trasformazione radicale, senza autorizzazioni adeguate, che oggi presenta un conto salatissimo: impianti fognari al collasso, perdite, ristagni d’acqua e gravi rischi per la salute pubblica.
La segnalazione è arrivata in Comune a marzo. Da allora, l’amministrazione ha avviato le verifiche, fino alla decisione di bloccare tutto: gli alloggi, affittati in gran parte a turisti, dovranno essere liberati.
È la faccia nascosta dell’aumento del flusso dei turisti in città: imprenditori che acquistano grandi appartamenti per frazionarli in monolocali e massimizzare i guadagni, spesso ignorando i vincoli tecnici e le regole condominiali. In questo caso, nessuno ha valutato l’impatto su fognature e impianti, pensati inizialmente per tre unità e non per ventidue.
Secondo il Comune, non si può permettere che il business degli affitti brevi comprometta le condizioni igienico-sanitarie e la qualità della vita dei residenti. Anche perché, ora, gli interventi per adeguare le fognature ricadranno su tutto il condominio, che dovrà rivalersi sulla società che ha frazionato gli appartamenti.
I lavori di ristrutturazione sono iniziati nel 2022 e terminati nel novembre 2024, è quindi da mesi che i mini-alloggi sono attivi sul mercato turistico. Ma il problema era già evidente: infiltrazioni, disagi, un sistema fognario sotto pressione.
Un caso che fa discutere e che accende i riflettori su un fenomeno in crescita, spinto dall’aumento dei flussi turistici e dalla tensione sul mercato degli affitti. Ma che, senza controlli, rischia di far pagare il prezzo più alto proprio ai cittadini.