PADOVA, SULLA "ZONA ROSSA" VOLANO GLI STRACCI
Dopo la decisione di Questura e Prefettura di Padova, di istituire la "zona Rossa" nel quartiere Arcella a partire da lunedì prossimo e fino a settembre, per tutta l'estate, esplode lo scontro frontale tra le istituzioni cittadine. Non si registrava da tempo, un picco dialettico così acceso in città. Da un lato c'è l'amministrazione comunale, dall'altro il Prefetto Forlenza. "Sono favorevolissimo a più controlli, che si potevano intensificare e anzi sono stato io a chiederlo", aveva scritto a caldo in una nota il sindaco, Sergio Giordani. "Sono invece fortemente contrario e preoccupato dalla scelta, che non ho condiviso, di definire tre quarti di Arcella come zona rossa: un provvedimento imposto dall’alto, frutto della propaganda del Governo e utile solo ad accontentare qualche esponente leghista del Governo di Roma". Un'invettiva, nemmeno troppo velata, al sottosegretario leghista alla giustizia, Andrea Ostellari. Un j'accuse bello e buono: quello di fare propaganda calando dal Governo decisioni sulò quartiere e sull'amministrazione della città. Parole che non hanno mancato di arrivare ad una replica del diretto interessato.
All'indomani della firma sul decreto prefettizio, però, la polemica rimane caldissima. Ed è direttamente l'assessore alla sicurezza, Diego Bonavina, a calcare nuovamente la mano e a riaprire le divisioni con la minoranza leghista anche a Palazzo Moroni.
Ma come mai, il comune di Padova è così contrario alla "zona rossa"? Per l’assessore alla sicurezza, questo provvedimento rischia di minare – parole precise – il lavoro portato avanti dal comune.