SENTENZA ACCIAIERIE VENETE: FERITA INDELEBILE
Si è conclusa ieri una triste pagina legata alla piaga degli incidenti mortali sul posto di lavoro. Una vicenda che trova la parola fine, almeno per il momento con la sentenza di primo grado che vede quattro dirigenti condannati e due assolti per i reati di omicidio e lesioni colpose nonché violazione delle norme in materia di sicurezza sul lavoro. Era una domenica quel 13 maggio 2018, quando una siviera, simile a un grosso pentolone, ricolma di acciaio incandescente cade per il cedimento di un perno dall’altezza di alcuni metri. Il contenuto misto a vapore rovente investe con la potenza di una bomba alcuni degli operai presenti nella pancia delle Acciaierie Venete in Riviera Francia a Padova in zona industriale. Dopo una prolungata e sofferta agonia per le gravissime ustioni riportate su tutto il corpo ; Sergiu Todita di 39 anni e Marian Bratu di 44 anni, due tra gli operai ai piedi della siviera muoiono. Subito il rimpallo delle responsabilità tra i vertici amministrativi a suon di perizie e controperizie nel tentativo di scagionarsi dalle proprie responsabilità nonostante i Sindacati fin dai primi istanti avessero descritto una realtà sicuramente difficile all’interno del sito siderurgico. Una vicenda che ha toccato tutti e resterà a lungo impressa lasciando un segno indelebile per le sofferenze patite dai due lavoratori e dalle rispettive famiglie. Oltre alle condanne il Giudice Mariella Fino che ha emesso la sentenza ha disposto per le tre società finite sul banco degli imputati, pene pecuniarie per un valore complessivo pari a 422.500 euro e l’interdizione a due delle società in questione a contrattare con la Pubblica Amministrazione per 8 e 9 mesi . I legali della difesa appena pubblicate le motivazione della sentenza ricorreranno in appello riaprendo nuovamente la ferita.