SICUREZZA, ROVIGO SI BLINDA
Giro di vite a Rovigo sul fronte dell’ordine pubblico: il Comitato per la Sicurezza, riunitosi martedì mattina in Prefettura, ha varato un inasprimento delle misure di controllo e prevenzione.
Non solo l’omicidio di Piazza Matteotti, in poche settimane altri tre accoltellamenti e uno stupro in stazione. Con i residenti che chiedevano a gran voce più sicurezza.
Decisamente troppo per non fare nulla. E allora, ecco la zona rossa anche nel capoluogo polesano: per tre mesi, da agosto ad ottobre, controlli rafforzati nelle zone più delicate della città.
Affianco a questo, in arrivo nuovi agenti di Polizia: a Rovigo ne arriveranno 13, oltre ai 30 già dirottati alcuni giorni fa da Padova, Bologna e Milano.
Sono stati tutti convalidati, intanto, i cinque fermi disposti dalla Procura di Rovigo a carico dei presunti responsabili dell’aggressione che è costata la vita ad Amine Gara lo scorso 19 luglio.
L’ultimo è quello nei confronti di colui che, secondo chi indaga, avrebbe colpito il 22enne con un coccio di bottiglia spezzata
Quattro di questi sono in carcere, per un quinto invece sono stati disposti il divieto di dimora nel Polesine e l’obbligo di firma.
Per gli inquirenti, l’aggressione sarebbe una vendetta nei confronti di un’altra aggressione, perpetrata due giorni prima dalla vittima, che aveva ferito due pachistani proprio nello stesso luogo dove poi è stato ucciso.
I cinque fermati sono indagati per omicidio premeditato e rissa. Tre anche per tentato omicidio nei confronti di un altro tunisino, che è rimasto gravemente ferito.