LISTE D’ATTESA INFINITE, RIMBORSATI I PAZIENTI
Più di 900 richieste di rimborso a causa di ritardi sulle liste d’attesa. È questa la situazione che l’Ulss 2 della Marca Trevigiana si è trovata a gestire da un anno a questa parte.
Numerosi pazienti, stanchi di dover attendere oltre il termine fissato per una visita, hanno deciso di rivolgersi a medici in libera professione, salvo poi presentare il conto all’azienda ospedaliera.
Delle oltre 900 richieste di rimborso pervenute, poco più di 400 sono state quelle respinte dato che gli utenti richiedenti non ne avevano diritto e 475 invece quelle gestite con turni aggiuntivi in ospedale. Una sorta di overbooking che è stato possibile chiedendo ai medici un ulteriore sforzo con delle ore di lavoro extra e dei turni il sabato.
49 i rimborsi finora erogati. I destinatari sono coloro che rientrano nei parametri previsti dalla legge 124 del 1998. Una normativa chiarita giusto un anno fa da una circolare della Regione Veneto, che ha spiegato agli utenti come attivare il percorso di tutela nel caso in cui il sistema sanitario pubblico non sia in grado di erogare una prestazione secondo i tempi previsti.
In particolare, se il Cup fissa un appuntamento oltre il termine fissato dalla classe di priorità dell’impegnativa, il paziente ha diritto ad essere visitato nell’ambito dell'attività libero professionale.
Attenzione però, perché per richiedere il rimborso la prestazione fornita deve essere intramuraria, cioè deve avvenire all’interno delle strutture ospedaliere. Se invece si decide di prenotare la prestazione in autonomia in regime privato, non si avrà alcun tipo di rimborso.
Per i pazienti beneficiari si tratta di un bel risparmio considerando che una singola visita privata costa in media dai 50 ai 200 euro.