SVOLTA NEL CASO DI ALEX MARANGON: QUATTRO INDAGATI
Dopo oltre un anno di indagini, una svolta. Sono quattro, le persone formalmente indagate dalla Procura di Treviso per la morte di Alex Marangon: l'ipotesi di reato è quella di morte come conseguenza di altro reato, in relazione al decesso del giovane di Marcon morto nell'agosto dello scorso anno a Vidor, nel trevigiano, in circostanze mai del tutto chiare. Quella notte, alla vecchia abbazia, si teneva un rito sciamanico, forse si erano consumate alcune sostanze allucinogene: oggi, gli indagati sono quindi gli organizzatori dell'evento, Andrea Zuin e Tatiana Marchetto, e i due "curanderos" sudamericani, Jhonni Benavides e Sebastian Castillo, che avrebbero gestito la liturgia pagana durante la quale sarebbero state assunte sostanze proibite in Italia, in particolare l'ayahuasca.
L'ipotesi sulla quale si indaga è quella di un atto autolesionistico inconsapevole, che Alex Marangon, che aveva solo 25 anni, il quale privo di controllo su se stesso dopo aver assunto anche cocaina, si sarebbe gettato da un terrapieno sul greto del fiume Piave, otto metri più in basso, dove poi il suo corpo venne recuperato dopo due giorni, senza vita, decine di metri più a valle. I traumi riscontrati, inizialmente attribuiti ad un pestaggio, sono oggi ritenuti compatibili con la caduta sul greto del fiume, ma famiglia di Alex, un mese fa, aveva presentato una querela nei confronti dei quattro soggetti oggi indagati. Ora il tribunale cercherà di capire che cosa sia avvenuto: l'ipotesi, ora che è caduta quella dell'omicidio, è che l'uso di quelle sostanze vietate abbia portato alla morte del giovane.