300 GIORNI DI CARCERE PER TRENTINI:“NON UNO IN PIÙ”
Sono trascorsi 300 giorni da quando Alberto Trentini, 46enne cooperante veneziano, è rinchiuso in un carcere molto critico nei pressi di Caracas con un’accusa immotivata di terrorismo. È stato arrestato mentre portava aiuti umanitari il 15 novembre 2024. Un caso che continua ad indignare la società civile: l’Italia non può attendere oltre, è necessario un punto di svolta sulla vicenda che ha travolto questo giovane, ormai stremato dal regime di prigionia ma che è ancora vivo. CI chiediamo se le trattative sono davvero in corso, se il Governo Meloni si sta davvero impegnando per il suo rilascio.
In questi giorni il ministro degli esteri del Venezuela Gil si è pronunciato sul caso, sottolineando che i diritti umani di Trentini non sono stati violati, che ha un avvocato e che è sotto processo.
Dall’Italia si levano appelli per la sua scarcerazione, anche dai genitori di Giulio Regeni: “Siamo vicini alla famiglia, il dolore e l’attesa sono troppi, chiediamo che chi può intervenga subito”.
Intanto a livello nazionale Provenzano, responsabile esteri nella segreteria del Partito Democratico, ribadisce l’impegno affinché le istituzioni italiane non tralascino nessuno sforzo o tentativo per porre fine a questo supplizio. Da tempo si chiede che vengano intensificati gli sforzi per riportarlo a casa, coordinando meglio le iniziative che fino ad oggi non hanno portato a nessun risultato. Il PD chiede anche di fare partire una delegazione parlamentare al fine di interloquire con le autorità venezuelane, di incontrare Trentini e di riportarlo a casa.