ALLARME PERDITE DI METANO IN VENETO
Inquinamento invisibile, ma non per questo meno pericoloso. È quanto emerge dall’ultima tappa veneta della campagna “C’è Puzza di Gas” di Legambiente, che ha messo sotto osservazione la dispersione di metano da impianti e infrastrutture legate alla distribuzione del gas.
Tra il 6 e l’8 ottobre, i tecnici dell’associazione ambientalista hanno effettuato oltre 14.000 misurazioni in 14 impianti delle province di Rovigo, Padova, Vicenza e Venezia. Il risultato? In 65 punti è stata rilevata una concentrazione di metano superiore ai limiti previsti dalle norme europee, oltre i quali è obbligatorio intervenire per chiudere le perdite.
Il metano è un gas serra molto potente, fino a 86 volte più dannoso della CO₂ nel breve periodo. Per Legambiente, queste perdite rappresentano non solo uno spreco, ma anche un serio problema per il clima e la salute delle persone.
Le misurazioni sono state eseguite con il cosiddetto “naso elettronico”, rimanendo all’esterno degli impianti per motivi di sicurezza. Ma se i rilevamenti fossero stati fatti più da vicino, il numero di dispersioni gravi sarebbe stato ancora più alto.
L’associazione sottolinea che il metano è responsabile di oltre un terzo del riscaldamento globale e che ridurne le perdite, soprattutto dalla rete del gas, è una delle azioni più efficaci per contrastare l’emergenza climatica.
Per questo Legambiente lancia un appello alle istituzioni europee: non fare passi indietro sul regolamento che obbliga le aziende a monitorare e intervenire sulle dispersioni. La lotta al cambiamento climatico, dicono, passa anche da qui.