ALLARME PFAS DALLE GALLERIE DELLA PEDEMONTANA
Potenziale minaccia per l’ambiente e la salute pubblica: è questa l’accusa che il Partito Democratico del Veneto rivolge alla Regione, dopo la diffusione di una relazione tecnica su presunte contaminazioni da Pfas nelle gallerie di Malo e Sant’Urbano, lungo la Superstrada Pedemontana Veneta.
Secondo il PD, il problema non è più solo economico o infrastrutturale, ma riguarda la salute dei cittadini. In una mozione urgente, le consigliere Vanessa Camani e Chiara Luisetto chiedono l’intervento immediato della Regione.
Le preoccupazioni nascono da una relazione tecnica pubblicata a luglio dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, redatta su richiesta del Ministero dell’Ambiente. Lo studio, realizzato in collaborazione con Arpav, ha rilevato la presenza di Pfas, e in particolare di una sostanza chiamata Pfba, ossia acido perfluorobutanoico, nelle acque che defluiscono dalle due gallerie.
I Pfas sono composti chimici molto resistenti che si accumulano nell’ambiente e possono contaminare sia le acque di superficie sia le falde sotterranee, cioè le riserve di acqua potabile. Il Pfba, in particolare, è stato individuato come potenziale fattore di danno, in grado di compromettere la qualità dell’acqua e la salute umana, con effetti tossici a lungo termine.
La relazione di Ispra parla di una “minaccia imminente” e consiglia misure urgenti, a partire dal miglioramento degli impianti di trattamento dell’acqua nelle due gallerie. Il problema sarebbe legato all’uso, durante la costruzione, di un accelerante per il cemento contenente proprio Pfba. Una sostanza che il costruttore stesso ha ammesso di aver utilizzato.
Ma la Regione respinge le accuse. In una nota, Palazzo Balbi ricorda che già nel 2021 ha ordinato la sostituzione del materiale sospetto e che gli impianti di depurazione sono pienamente funzionanti e sotto costante controllo.
“La Regione ha già trasmesso un nuovo studio di impatto ambientale al Ministero – si legge nella nota – e ricorda che tracce di Pfba sono state trovate anche in altre infrastrutture venete, comprese quelle gestite da Anas.”
Il dibattito però resta aperto: al centro, una delle opere più discusse del Veneto e la tutela di un bene fondamentale come l’acqua.