ARRESTATO RAMPOLLO VENEZIANO: È ACCUSATO DI STUPRO
Il rampollo di una notissima famiglia veneziana è agli arresti con una gravissima accusa: violenza sessuale di gruppo. Avrebbe adescato, secondo la Procura di Milano, 135 ragazze in quasi un decennio, insieme ad un complice finito come lui agli arresti domiciliari. Ma chi sarebbe, questa persona così in vista negli ambienti veneziani della ricettività di lusso? Prima di svelarvelo, i fatti.
Le indagini milanesi scattano nel 2024, quando una ragazza denuncia di aver risposto ad un annuncio sui social portato in rete da una sedicente “clinica medica online” che cercava attori e attrici per realizzare dei video didattici. Racconta di essere stata attirata in una trappola: in uno studio cinematografico in via Francesco Sforza, nel cuore di Milano, si sarebbe ritrovata da sola con due uomini, che l’avrebbero costretta a spogliarsi e a subire abusi sessuali. La promessa era quella di un compenso da 150 a 500 euro, per girare alcuni video necessari per pubblicizzare la clinica. Ma in realtà, le ragazze venivano costrette a simulare visite ginecologiche e sottoposte a violenze sessuali, filmate e fotografate.
Scattano le indagini dei carabinieri, ed emerge che sarebbero state ben 135 le ragazze che, dal 2016 da oggi, rispondendo agli annunci online, sarebbero state adescate, e almeno sei quelle che sicuramente si sono sottoposte alle false visite. Agli arresti finiscono un medico radiologo in pensione, colui che si spacciava da ginecologo, e un sedicente cameraman. Il primo è il 71enne Antonio Cirla, il secondo è invece il rampollo veneziano Alessandro Possati: per l'accusa, fingeva la parte del “cameraman”.
Nato negli Stati Uniti e residente a Venezia, la sua famiglia era stata proprietaria del rinomato Hotel Bauer, sul Canal Grande, a due passi da San marco. Di mestiere, l'uomo è fondatore e titolare di una casa di produzione cinematografica, Illumina Film, ha contatti nel mondo del cinema, e nelle chat ritrovate dagli inquirenti rimangono forti perplessità sulla diffusione dei video realizzati a Milano: secondo le accuse, i due complici agivano “in maniera seriale, da anni, per adescare ragazze con l'inganno e indurle a girare, a loro insaputa, video di carattere pornografico”.