ATTESA IN VENETO, VERSO LE URNE MA SENZA CERTEZZE
Mentre il centrosinistra i motori li ha scaldati ormai da giugno e a settembre è arrivato lanciato, per il centrodestra quella che inizia ora potrebbe essere finalmente la settimana decisiva. Con l’arrivo di settembre abitualmente l’estate è alle spalle. E per diretta conseguenza, entriamo nell’autunno che per il Veneto significa solo una cosa: elezioni regionali.
Non c’è ancora una data certa, e la speranza è che Zaia fissi un punto fermo, almeno uno, in fretta. Soprattutto non c’è ancora il candidato di centrodestra, ma su questo l’amministrazione uscente non ha alcuna voce in capitolo come ben noto. Ma il giorno fatidico nel quale Meloni, Salvini e Tajani si metteranno attorno ad un tavolo per discutere di regioni, molto probabilmente sarà giovedì. Si dovrebbe tenere a margine del consiglio dei ministri infatti, sostengono i bene informati tra i corridoi di Palazzo Chigi, l’atteso vertice di maggioranza per sbrogliare i nodi delle candidature per le regioni. E non è un mistero che quella del Veneto, in cui Zaia non si può ricandidare, sia la più difficile e spinosa, mentre Puglia e Campania arriveranno di conseguenza.
Previsioni, per ora, è difficile farne: i meloniani potrebbero fare un atto di "generosità" nei confronti della Lega e concedere il candidato al Carroccio a fronte di compensazioni future. I nomi che circolano sono quelli di Alberto Stefani e del presidente della camera Lorenzo Fontana, se si andasse in questa direzione. Rimane da capire però che ne dirà Forza italia, da sempre contrarissima ad un continuum leghista dopo un’amministrazione in cui gli azzurri sono stati relegati all’angolo della giunta veneta. E rimane anche da capire quali saranno le compensazioni che Meloni metterà sul tavolo: tutti sanno che presidenzialismo e riforma della giustizia sono i cavalli di battaglia di Fratelli d’Italia. Ma pensare che la Lega possa appoggiarli a scatola chiusa, senza la certezza che in parallelo andrà avanti anche l’autonomia differenziata, che va ripresa in mano daccapo in Parlamento e potrebbe essere per il Governo una spina nel fianco, è un’eventualità tutta da verificare. Sistemato il Veneto, però, a catena entreranno gli altri tasselli: voci di corridoio sostengo0no che il candidato in Campania sarà un vecchia conoscenza del territorio. Ossia l’ex prefetto di Venezia, e ora prefetto di Napoli, Michele Di Bari, un civico di centrodestra per correre contro Roberto Fico.