BELLA ITALIA, DOVE LA MATERNITÀ NEL LAVORO È LIMITE
La mamma è sempre la mamma… e perché questa figura così importante nella nostra società non viene valorizzata e sostenuta come merita?
Nella giornata in cui si celebra la festa della mamma, una riflessione è d’obbligo. In Italia, purtroppo, le madri sono sempre più sole e penalizzate. Nel 2024 il divario occupazionale tra padri e madri con almeno un figlio minore è di quasi 29 punti percentuali. Pensate che poco più di una mamma single su due, tra i 25 anni e i 34 anni, lavora. Dunque è tra le categorie più esposte al rischio povertà.
Sono numeri che restituiscono un quadro impietoso, contenuti nel decimo rapporto di Save The Children 'Le equilibriste - La maternità in Italia 2025'. A tutto ciò si aggiunge che in Italia il 2024 ha registrato un nuovo record negativo delle nascite con soli 370mila nuovi nati, una flessione del 2,6% rispetto all'anno precedente. Chiediamoci il perché se le tutele e le garanzie sono minime o quasi inesistenti per le madri.
Nel nostro Paese si parla di child penalty, un figlio secondo quest’ottica genera penalità e non vantaggi nel mondo occupazionale, con divari enormi di genere. Il 92% tra i padri lavorano, mentre per le donne la situazione è molto diversa: lavora il 62% delle madri. ll 20% delle donne, smette di lavorare dopo essere diventata madre. Un trend negativo che abbiamo solo in Italia e che deve assolutamente invertire rotta, una mossa che andrebbe a vantaggio dell’intero sistema Paese.