notizie / 20/08/2025 10:58

CAOS SUI VACCINI, IL GOVERNO ORA GETTA LA MASCHERA

Tutto è scattato con le rimostranze partite dal Veneto. Poi, però, è stata una reazione a catena che oggi ha aperto nel Governo una piccola crepa, ma ha anche portato i suoi esponenti a gettare la maschera.

Parliamo del Nitag, acronimo anglofono che indica la commissione nazionale sui vaccini: le dimissioni della responsabile dell'ufficio di igiene e prevenzione del Veneto, la dottoressa Francesca Russo, erano arrivate come un fulmine a ciel sereno. "Non posso stare in un organo che al suo interno ha anche due dichiarati no vax", aveva scritto lei. Due erano i nomi che avevano scatenato il mondo scientifico, quelli del pediatra toscano Eugenio Serravalle e dell’ematologo veneto Paolo Bellavite, criticati dalla comunità scientifica per la loro posizione sul tema dei vaccini. Era arrivato a insorgere persino il premio Nobel Giorgio Parisi, e da lì in poi è stata una reazione a catena: il ministro Schillaci, che quella commissione l'aveva personalmente nominata, alla fine ha deciso di scioglierla. E questo ha irritato la premier Meloni e il vicepremier Salvini. La prima, perché - si vocifera - la marcia indietro del ministro non sarebbe stata concordata. Il secondo, per nulla velatamente, ha accusato invece Schillaci di prestare il fianco alle opinioni mainstream. Sì, avete capito bene.

Ora, è evidente che al ministero un problema c'è: pensavate che fosse la sanità che non funziona, le cliniche private che si stanno prendendo le cure di mezzo paese, gli ospedali del meridione che sono un buco nero e gli italiani costretti a viaggiare per curarsi? Niente di tutto ciò: il problema è il pluralismo dei confronti, dice Salvini. Peccato che nella scienza il concetto di pluralismo non esiste: ciò che è dimostrato è scientifico, ciò che non è dimostrato sono semplicemente opinioni, ma non posso essere portate sullo stesso piano.

E invece la linea del Governo, ora dichiarata e manifesta, è quella di mettere posizioni antiscientifiche al fianco di chi deve decidere della salute pubblica, giusto così, per pluralismo. Attenzione, perché questo rischia di diventare un precedente pericoloso: la scienza sta diventando un nemico. Se invece la linea è questa, procediamo pure: si piazzi un boss della ndrangheta nella commissione chiamata a progettare il ponte sullo Stretto di Messina, oppure un analfabeta a scrivere la prossima legge finanziaria dello stato. Così, giusto per garantire il pluralismo delle idee.

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