CRISI DELLE SPIAGGE, TURISTI IN CALO IN VENETO
Spiagge vuote, ombrelloni chiusi. Sono le immagini che in pochi si sarebbero aspettati di vedere. Vengono dal litorale Adriatico ma, in generale, anche altre parti d'Italia soffrono della stessa situazione.
Nonostante le aspettative, nonostante le buone previsioni, nonostante gli investimenti nel turismo, la stagione balneare non sta brillando.
Questa è Jesolo, il secondo sabato di agosto. Una tra le spiagge più apprezzate d'Italia, quest'anno con valutazioni superiori anche a Rimini, appare così, semivuota e stranamente silenziosa.
Non va meglio a sud, a Sottomarina, dove gli operatori segnano un 15% in meno di presenze rispetto gli anni passati, o a Rosolina, dove si stima una mancanza di 30 mila vacanzieri.
Ma la crisi riguarda anche la Riviera Romagnola, l'Abruzzo, la Toscana. Persino in Puglia il calo di turisti sulle spiagge è del 15%.
Da una parte l'Italia mostra un'economia turistica in crescita, grazie ad agriturismi e all'affluso di stranieri. Dall'altra le località di mare risentono del cambiamento delle abitudini, della ridotta capacità di spesa delle famiglie italiane, a volte pagando anche lo scotto di infrastrutture vecchie e servizi troppo cari.
Come fare, allora, per uscire dalla crisi? Una possibile risposta la dà Bibione, dove circa 18 mila ombrelloni sono già occupati. Prezzi calmierati, un'offerta turistica varia e organizzata, infrastrutture valide. Una ricetta che sembra vincente, anche in tempi così difficili.