DA GAZA A PADOVA, FERITI NEL CORPO E NELL'ANIMA
L'Italia si prepara ad accogliere, nella notte tra mercoledì e giovedì, un altro carico di disperazione, ma anche di nuove speranze. Sono ventiquattro, tra bambini e bambine, i piccoli palestinesi feriti in guerra e bisognosi di cure che l'Italia accoglierà nelle sue strutture ospedaliere. E due di loro, anche stavolta verranno amorevolmente accolti dalla solidarietà della città e dell'ospedale di Padova.
La città del Santo si prepara infatti ad ospitare altri due nuclei familiari in arrivo dalla Striscia di Gaza: undici persone, tra cui due bambini di tre e otto anni bisognosi di cure specialistiche, che arriveranno insieme a molti altri loro compaesani grazie alla missione di evacuazione umanitaria per essere poi ospitati in diverse regioni della Penisola.
La prima bimba, di soli otto anni, arriverà a Padova dopo essere sopravvissuta a un'esplosione che le ha causato la perdita di entrambe le braccia, accompagnata dalla madre che ha perso un dito, e la sorella diciottenne priva di entrambe le gambe, insieme a loro anche il padre, un fratello diciottenne, due gemelli tredicenni e una sorella di quindici anni. La seconda famiglia in arrivo a Padova è composta invece da tre persone: un bimbo di tre anni con ferite addominali e craniche, che sarà ricoverato in pediatria, accompagnato dal padre e dalla zia. Purtroppo, nei bombardamenti sulla Striscia il piccolo palestinese ha perso la madre e due fratellini.
Guarire le ferite dell'animo sarà sicuramente la missione più lunga e difficile. I voli umanitari e l'impegno di molte onlus per accoglierli in Italia, invece, proveranno a regalare loro l'unica possibilità di accedere a cure mediche necessarie. A Padova, ad occuparsi di loro è come sempre l'associazione "Padova abbraccia i bambini", che si farà carico di trovare loro un alloggio e garantirà alle loro famiglie l'assistenza e un aiuto concreto per ripartire. Fino ad ora, già sei bambini erano stati accolti a Padova e curati da equipe multidisciplinari che si sono prodigati per curare le loro ferite: ora ne arriveranno altri due, attesi nella mattinata di giovedì al Policlinico Universitario dal grande abbraccio della solidarietà del territorio.