FIGLI DI DUE MAMME: GOVERNO NON MOLLA SU ISCRIZIONE
Il ministero dell’interno prosegue nella sua battaglia contro l’iscrizione della madre non biologica dal certificato di nascita dei figli.
Una mossa che arriva dopo la sentenza storica della Corte Costituzionale, del 22 maggio, che ha dichiarato incostituzionale il divieto imposto dalla legge del 2004 alla mamma intenzionale di riconoscere i figli avuti con la propria compagna, e madre biologica, attraverso la procreazione assistita “legittimamente praticata all’estero”.
Lo scenario si è aperto ieri nella Corte d'Appello civile a Venezia, dove si discuteva il caso delle 39 coppie di mamme con figli nati da procreazione assistita effettuata all'estero per le quali il Tribunale di Padova, a marzo 2024, aveva dichiarato "inammissibili" i ricorsi sugli atti di anagrafe presentati dalla Procura Generale e dal Viminale.
Ieri, nel corso dell'ennesima udienza in Corte d’Appello a Venezia la Procura ha comunicato al Collegio giudicante la decisione di adeguarsi alla sentenza della Corte Costituzionale, rinunciando alle impugnazioni verso le mamme arcobaleno. Il Viminale, con l'Avvocatura dello Stato, ha invece tenuto, confermando la richiesta della cancellazione del cognome della mamma intenzionale, spiegando che dal Viminale non sono arrivate direttive per la rinuncia all’istanza. La Corte d’Appello dovrà dunque emettere la propria sentenza, attesa entro un mese: i bimbi già iscritti all’anagrafe con i nomi di entrambe le mamme ormai sono al sicuro, il problema si porrà (forse) per coloro che nasceranno e per chi non è ancora riuscito a ottenere dal proprio Comune di residenza la registrazione della madre intenzionale. La battaglia che si preannuncia sarà soprattutto politica e ideologica.