FRANCESCO A VERONA, UN ABBRACCIO IN NOME DELLA PACE
L’abbraccio di Verona a Papa Francesco è l’abbraccio di una città intera, più di cinquantamila persone che per tutta la hanno accompagnato la storica visita del Santo Padre nella città scaligera e in Veneto, per la seconda volta in poche settimane dopo la visita a Venezia. Verona è diventata città della pace, e l’abbraccio più grande, sentito e commovente, è stato quello tra due imprenditori, un palestinese e un israeliano. L'israeliano Maoz Inon, al quale sono stati uccisi i genitori da Hamas il 7 ottobre, e il palestinese Aziz Sarah, al quale l'esercito israeliano ha ucciso il fratello. Oggi amici e collaboratori che invadono con un gesto internazionale l’Arena di Pace.
La giornata di Papa Francesco, atterrato in elicottero alle 8 precise davanti allo stadio Bentegodi, è cominciata con l’incontro coi religiosi all’interno della basilica di San Zeno: “Perdonate tutti”, li ha esortati il Pontefice. Prima di rivolgersi a settemila bambini e bambine della Diocesi di Verona, accorsi sulla piazza della Basilica.
All’Arena di Verona, il momento più significativo della giornata: la prima volta di un Pontefice all’Arena di Pace, l’appuntamento nato negli anni Ottanta grazie all’impegno dei Comboniani e dei Beati Costruttori di Pace. Diecimila fazzoletti bianchi, testimonianze e domande: il Santo Padre, accompagnato dalle note di Ligabue, dalle parole forti di Don Ciotti e di padre Zanotelli, ha lanciato un monito a non cadere nell’individualismo. Perchè ci sono piccoli che soffrono ovunque, bambini sì, ma persone fragili in generale, che la società finge di non vedere.
Pace, che fa rima con giustizia. E quindi la visita al carcere di Montorio, l’appuntamento faccia a faccia con i detenuti, con i quali ha pranzato, allo stesso tavolo. E l’invito a non perdere la speranza, proprio in quel carcere in cui tanti suicidi si sono registrati negli ultimi mesi.
Infine, la santa messa davanti a 31 mila fedeli allo stadio Bentegodi. Quattromila adolescenti, tantissimi portatori di disabilità a cui Bergoglio ha stretto la mano, a tutti, nonostante il cerimoniale fosse già in ritardo sulla tabella di marcia. L’atto conclusivo sdi una giornata che Verona e il Veneto ricorderanno a lungo. Con l’ultima, esortazione alla pace: una virtù da costruire, giorno dopo giorno, cominciando dalle piccole cose.