GUERRA DEI DAZI: PER L’ITALIA IL PROBLEMA MINORE
Da un lato ci sono le tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio in America oltre ai dazi del 10 percento a tutte le importazioni made in China, dall’altro la Cina reagisce con un pacchetto di misure che prendono di mira il carbone e il gas naturale liquefatto con aliquote del 15%, più un'ulteriore tariffa del 10% su petrolio, attrezzature agricole e alcune automobili.
Secondo Pechino, Trump con le sue trovate sta violando le regole dell'Organizzazione mondiale del commercio interrompendo così anche la normale cooperazione economica tra Cina e Stati Uniti.
Intanto l’Europa sta a guardare perché non ha ricevuto “alcuna notifica ufficiale” sull’imposizione di nuovi dazi.
Ma secondo la CGIA di Mestre, associazione di piccole e medie imprese, i dazi USA rappresentano il minore dei nostri problemi.
La crisi economica che ha colpito la Germania negli ultimi due anni, infatti, ha comportato un danno di 5,8 miliardi di euro per il sistema produttivo italiano.
Il mercato tedesco è da sempre il principale sbocco commerciale per l’Italia.
Nel 2023, il valore delle esportazioni verso il mercato tedesco è diminuito di 2,7 miliardi, mentre nei primi dieci mesi del 2024 (secondo gli ultimi dati statistici disponibili) la contrazione ha raggiunto i 3,1 miliardi.
Questo calo è attribuito alla debolezza economica della Germania, che ha ridotto la domanda di beni italiani, incidendo in particolare su settori chiave come la meccanica, l’automotive e il comparto industriale.
Il Veneto è tra le regioni più colpite dalla flessione dell’export e più esposte alle dinamiche commerciali globali.