I DAZI METTONO A RISCHIO L’AGROALIMENTARE VENETO
Prima i tagli dell’Europa, poi i dazi di Trump. Non è un periodo facile per gli agricoltori veneti, che rischiano di pagare in prima persona le scelte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.
L’ agroalimentare è un comparto fondamentale per l’economia regionale, fatto di circa 60 mila imprese e quasi 65 mila addetti. Un comparto che però ora vede il suo futuro a rischio: l’ultima doccia fredda è l’ accordo tra Trump e von der Leyen sui dazi al 15% sulle merci importate negli Stati Uniti.
Nel 2024 l’export agroalimentare veneto ha raggiunto i 10 miliardi di euro. Quello statunitense, che da solo vale circa un miliardo, è il primo mercato extra europeo. Gli americani dal Veneto comprano soprattutto vino, prodotti da forno e prodotti lattiero-caseari.
Il rischio ora è che le aziende americane non accettino di pagare la merce il 15% in più. Per questo gli agricoltori veneti hanno di fronte due strade: perdere il cliente oppure accettare di assorbire loro il dazio, incassando di meno.
Un’ulteriore mazzata per gli agricoltori veneti, già alle prese con problemi non da poco: i cambiamenti climatici che alternano periodi di siccità ad improvvise bombe d’acqua che distruggono i raccolti; i margini di guadagno sempre più bassi a causa dei prezzi imposti dalla grande distribuzione; ma anche i sostegni dall’Europa che arrivano con il contagocce.
Se confermato, il taglio del 30% dei fondi erogati con la Pac, la Politica Agricola Comune, costringerà molte aziende a chiudere.
Il mondo dell’agricoltura lancia un grido d’allarme: all’Unione Europea ora il compito di rispondere per non mettere in ginocchio un settore cruciale per l’economia del paese.