PALUDE, PRIME CONDANNE: BORASO ACCETTA QUASI 4 ANNI
Quasi quattro anni di reclusione: è questa la pena a cui è stato condannato l'ex assessore del comune di Venezia, Renato Boraso, imputato nel primo filone dell'inchiesta Palude e accusato di una dozzina di episodi di corruzione. La giudice per l'udienza preliminare di Venezia, Carlotta Franceschetti, ha accolto la richiesta di patteggiamento per l'ex assessore alla Mobilità di Ca' farsetti: l'accordo con la Procura prevede una pena a tre anni e dieci mesi, e il pagamento di 308mila euro. Una somma che equivale al profitto che, secondo i pubblici ministeri titolari dell'indagine, Boraso avrebbe ottenuto in dodici episodi di corruzione, per i quali ha deciso di patteggiare. L'ex assessore, dopo aver scontato tre mesi e mezzo di carcere, oggi si ritrova tutt'ora agli arresti domiciliari, dove potrebbe continuare a scontare la sua pena dal momento che il suo legale, Umberto Pauro, ha fatto sapere dopo la sentenza che al momento non è stata richiesta la messa in prova ai servizi sociali, né l'attenuazione delle misure cautelari.
Renato Boraso era finito in carcere nell'estate del 2024, ed era rimasto al Due Palazzi fino al novembre dello scorso anno. I dodici capi di imputazione gli contestavano la corruzione o le pressioni esercitate sugli uffici comunali e i vertici di aziende pubbliche (da Avm al Casinò) per favorire imprenditori amici, compiacenti e riconoscenti. Tangenti che Boraso aveva travestito da false fatture alla società Stella Consulting di sua proprietà, per consulenze immobiliari in realtà mai svolte. Accuse per le quali oggi l'ex assessore si è, con il patteggiamento, di fatto dichiarato colpevole: dopo due udienze rinviate a maggio e a luglio, Boraso nel frattempo è riuscito a vendere una casa in montagna a reperire i 310 mila euro da confiscare chiesti dalla Procura per ratificare l'accordo. Con lui, oggi, hanno deciso di patteggiare altri due imputati, gli imprenditori Fabrizio Ormenese e Daniele Brichese, per i quali sono stati raggiunti accordi rispettivamente per due anni e nove mesi e per tre anni e 10 mesi di reclusione.
Si tratta, in questa prima sentenza, solamente di uno dei filoni di indagine. Boraso resta infatti indagato, nel filone principale dell'inchiesta, anche per una presunta corruzione per Palazzo Papadopoli e per alcuni episodi di turbativa d'asta. Per questi, la Procura di Venezia ha chiesto il rinvio a giudizio di 34 persone, tra imprenditori e manager, il direttore genertale del comune, Morris Ceron, e il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro. L'udienza preliminare di questo procedimento è stata fissata per l’11 dicembre prossimo: solo allora si capirà se davvero Brugnaro finirà a processo come imputato, e nel qual caso il Comune (che si è già costituito come parte civile) potrebbe rivalersi dei danni anche su di lui - in caso di condanna.