PIÙ SOLDI E TUTELE PER INFERMIERI NEGLI OSPEDALI
C'è voluto quasi un anno e mezzo di trattativa, ma oggi il mondo della sanità pubblica esulta. In particolare, esultano coloro che non sono medici: tecnici, personale amministrativo, ma soprattutto gli infermieri, che tra poche settimane vedranno scattare il nuovo contratto nazionale con importanti aumenti in busta paga.
Sono circa 600 mila in tutta Italia, i lavoratori coinvolti: a novembre potranno ricevere aumenti medi in busta paga pari a 172 euro mensili, in aggiunta agli arretrati tra 900 e 1.300 euro ciascuno, a seconda della qualifica. Con ritocchi che arrivano a raggiungere cifre ancora superiori che quei soggetti che operano in condizioni di difficoltà fisica ed emotiva: l’indennità arriverà fino a 250 euro mensili per chi lavora nei pronto soccorso, la specificità infermieristica verrà innalzata a 165 euro. Sono poco meno di 40 mila, gli infermieri veneti che vedranno ritocchi nelle prossime buste.
Il nuovo contratto dei professionisti non medici del Servizio Sanitario Nazionale è stato sottoscritto da numerose sigle sindacali del settore. Non però da Cgil e Uil, che chiedevano maggiori risorse e aumenti in linea con l’inflazione degli ultimi anni. Sta di fatto che l'adeguamento previsto tra il 2025 e il 2027 ha visto il governo stanziare risorse che garantiranno un incremento retributivo medio del 6,9%. Oltre agli aumenti e alle indennità, ci sono poi alcune novità a livello normativo che puntano a migliorare la conciliazione vita-lavoro. Ci sono le ferie solidali, le ferie a ore e forme di part-time agevolato, si limitano i turni di notte per il personale al di sopra dei 60 anni d'età. Via libera, anche se solo in via sperimentale, alla settimana lavorativa di 4 giorni, con un orario di lavoro che rimarrà di 36 ore. Si stabilisce – e fa sorridere pensare che ci sia voluto un provvedimento ad hoc per effettuare una cosa così scontata - che spetti all’azienda o all’ente pubblico sanitario farsi carico delle spese legali per la difesa degli operatori sanitari che subiscono aggressioni sul lavoro. Cosa che prima – incredibilmente, non accadeva: tu subivi un’aggressione in corsia, e tu stesso dicevi pagarti gli avvocati. Non solo il danno, e pure la beffa, ma un vero e proprio insulto all’intelligenza. Finalmente, ci si è messo mano. Un contratto che restituisce qualche minima forma di tutela in più, ma che - denunciano i sindacati - non è ancora sufficiente rispetto al costo reale della vita, che continua a crescere ad un ritmo insostenibile.