SUICIDIO ASSISTITO NEGATO, IL CASO IN VENETO
Suicidio assistito negato, un nuovo caso arriva dal Veneto. La notizia è stata resa nota dall’Associazione Luca Coscioni e riguarda Donatella (nome di fantasia), una donna di 76 anni residente in regione. Donatella dal 2022 è affetta da una patologia neurodegenerativa che in pochi mesi le ha compromesso i movimenti.
Lo scorso anno la donna ha chiesto alla sua Ulss di riferimento la verifica delle condizioni per poter accedere al suicidio medicalmente assistito. Dopo mesi di attesa e dopo una diffida, è arrivata la risposta dall’azienda sanitaria: richiesta negata.
Secondo la commissione medica, infatti, la donna sarebbe sì capace di autodeterminarsi, affetta da una patologia irreversibile che le causa sofferenze intollerabili, ma non sarebbe tenuta in vita da un trattamento di sostegno vitale.
Mancherebbe insomma una delle quattro condizioni stabilite dalla Corte Costituzionale nel 2019 per poter accedere al suicidio assistito.
Eppure, fa sapere l’associazione Luca Coscioni, Donatella dipende totalmente dai propri caregiver: senza la loro assistenza non potrebbe bere, mangiare e prendere i medicinali. Non potrebbe insomma fare nulla.
La donna e i suoi legali hanno subito fatto ricorso e ora la Ulss ha disposto una rivalutazione urgente del caso di Donatella.
Una vicenda in ogni caso destinata a far discutere.
Il Veneto, a oggi, non ha una norma sul fine vita, dopo che la legge di iniziativa popolare supportata da più di 9 mila firme era stata bocciata a gennaio 2024 dal Consiglio regionale.
In Italia, dove manca una legge nazionale nonostante la Corte Costituzionale già sei anni fa aveva chiesto che si legiferasse in materia, l’unica regione ad aver approvato un provvedimento è stata la Toscana. Mentre quello approvato dall’Emilia Romagna è stato sospeso nelle scorse settimane dal Tar.