TURETTA, NIENTE APPELLO: L'ERGASTOLO È DEFINITIVO
Ennesimo colpo di scena, stavolta però è quello definitivo. Ad una settimana esatta dal processo di appello, salta il secondo grado nei confronti di Filippo Turetta. Dopo la scelta dell’omicida reo confesso di Giulia Cecchettin, che aveva annunciato la sua rinuncia al ricorso contro la sentenza di prima grado all’ergastolo, anche la procura generale di Venezia ha deciso di ritirare il suo ricorso: il procuratore della la Corte d'Appello di Venezia, ha deciso di non ricorrere contro la condanna e ha annunciato al sua decisione agli avvocati della famiglia Cecchettin. Una decisione che, di fatto, chiude la storia processuale di Filippo, e rende definitiva la sua condanna al carcere a vita.
Turetta, condannato a dicembre dello scorso anno, aveva deciso di rinunciare al ricorso e quindi non non chiedere uno sconto di pena: si era detto pentito, e aveva riconosciuto di non voler alimentare la spettacolarizzazione di una vicenda che per due anni è stata sulle televisioni e i giornali di tutto il paese, causando un grave turbamento a Gino, ai fratelli e a tutta la famiglia di Giulia.
Eppure il processo d’appello si sarebbe dovuto comunque tenere, proprio perchè a ricorrere era stata anche la pubblica accusa. Che oggi, visto che in ogni caso la pena non sarebbe comunque stata cambiata e sarebbe rimasta il carcere a vita, ha deciso di non procedere ulteriormente, e di non prolungare questa vicenda giudiziaria in nome di un ricorso che sarebbe stato meramente simbolico.
"Riteniamo la scelta della Procura Generale coerente, giusta e pienamente condivisibile”, hanno commentato i legali della famiglia di Goiulia, gli avvocati Nicodemo Gentile, Stefano Tigani e Piero Coluccio. “La rinuncia dell'imputato rende definitiva la sentenza di primo grado e 'cristallizza', senza più margini di dubbio, la sussistenza dell'aggravante della premeditazione: tra le circostanze più gravi e subdole previste dal nostro ordinamento". Se avesse fatto ricorso, la Procura avrebbe provato anche in secondo grado a contestare a Filippo le aggravanti di crudeltà e stalking che la corte di Venezia un anno fa aveva escluso.”La famiglia Cecchettin ha affrontato ogni fase del processo con dolore profondo, ma anche con straordinaria dignità”, hanno concluso gli avvocati, “Oggi sente l'esigenza di voltare pagina, di interrompere quel circuito giudiziario che, inevitabilmente, continuava a riaprire la ferita”.
Niente processo d’appello: l’aula bunker di Mestre, che venerdì prossimo doveva aprire le sue porte per il processo di seconda grado, non vedrà entrare alcuna giuria. E la condanna all’ergastolo, per Filippo Turetta, da oggi diventa definitiva.