TURETTA UN MODELLO? GINO: “RAGAZZI, MI FATE PENA”
Un giovane di Busto Arsizio, 23 anni, arrestato dopo aver minacciato la sua ex e averle detto "Capisco Turetta". Un altro giovane, un 20enne di Ferrara, che sui social diceva 'Turetta è un modello da seguire”, inneggiando all'assassino di Giulia, arrestato dopo aver picchiato e minacciato la sua ex fidanzata, ed aver infine aggredito i carabinieri che l’hanno bloccato su un treno a Montecchio Precalcino, nel vicentino, mentre cercava di riavvicinarsi alla ragazza.
Sono solo gli ultimi, inquietanti episodi di uomini arrivati ad utilizzare la tragica fine di Giulia Cecchettin come un monito e soprattutto una minaccia contro le loro vittime, e a sognare magari di emulare Filippo Turetta, lo studente condannato all’ergastolo per aver pianificato, studiato e portato a termine l’omicidio della ragazza che voleva semplicemente lasciarlo.
"Mi fanno molta pena. Che modello può essere una persona che deve passare la vita in carcere?". È con queste parole che oggi Gino Cecchettin, il padre di Giulia, si rivolge a questi personaggi. Dalla tragica morte di sua figlia è nata una Fondazione che tra qualche mese dovrebbe avviare il proprio percorso di sensibilizzazione ed educazione affettiva nelle aule scolastiche. "Vorrei veramente un confronto con questi ragazzi”, ammette Gino, “Vorrei far provare a quei ragazzi una settimana della vita di Turetta di oggi. Forse dopo cambierebbero idea".
La Fondazione Giulia Cecchettin sta lavorando, in queste settimane, per redigere il programma che poi, dal prossimo anno, arriverà nelle scuole. Con quale obiettivo, e soprattutto portando quale messaggio ai ragazzi di oggi? Ecco la risposta.