VENETO, REGIONE DEL NORD CON STIPENDI PIÙ BASSI
Nonostante il Veneto sia una delle regioni più produttive in Italia, nel resto del nord arranca, assicurandosi il primato degli stipendi più bassi. Circa undicimila famiglie sono coinvolte nelle procedure di cassa integrazione e negli ultimi anni il loro potere d’acquisto è sceso del 10%.
L’enorme tassazione e il costo della vita altissimo pesano sulle tasche dei lavoratori dipendenti, con bollette e affitti che tendono a crescere.
I salari, tra il 2023 e il 2024, sono cresciuti con una media che oscilla tra il 3 e il 5%: a spegnere l’entusiasmo sono i numeri relativi all’inflazione, salita di oltre 15 punti, che assorbe il piccolo miglioramento. Un barlume di speranza viene dall’occupazione, arrivata al 60%, con un tasso di disoccupazione più che dimezzato rispetto al 2018.
Motivo d’orgoglio resta però la posizione di due città venete nella graduatoria dei stipendi più alti in Italia, precisamente Padova e Vicenza. La classifica, stilata della Cgia di Mestre basata su dati INPS, descrive un quadro incoraggiante, malgrado sia segnato da molti contratti precari.
Delusione invece nel veneziano, dove la busta paga media di un lavoratore dipendente supera a malapena i 1700 euro mensili. Solamente nel rodigino si guadagna meno.
Tra numeri più o meno positivi, resta il timore di uno scenario internazionale in continuo mutamento, con le aziende venete costrette ad adeguarsi a nuovi dazi.