ZAIA IN LISTA LEGA PER TENERE LA FRAGILE ALLEANZA
Il vertice di maggioranza si allontana ancora, ma nel centrodestra qualcosa si sta muovendo. O almeno pare che la più importante missione di questo momento, per la coalizione, non sia tanto decidere un nome da candidare a presidente del Veneto, ma serrare i ranghi e mettere un freno alle forze centrifughe.
A cominciare dal Carroccio, dove nel fine settimana sembra essersi raggiunta un'intesa importante: quella di candidare il presidente uscente, Luca Zaia, come capolista della Lega in tutte le province. Un modo per dare a Zaia quel che è di Zaia, a livello di equilibri interni al partito, e di rassicurare gli alleati sul fatto che contro di sè non troveranno una Lista Zaia che potrebbe sbilanciare il voto. Sta al governatore uscente, decidere se accettare e guardare oltre, anche se è indubbio che tutto o quasi dipenderà dall'estrazione politica di colui che sarà scelto come candidato.
Su quest'altro fronte, tanto nebuloso quanto nevralgico, si naviga ancor più a vista in effetti: il vertice tra Meloni, Tajani e Salvini per chiudere la partita delle prossime regionali slitta probabilmente almeno al 5 settembre. E se il carroccio continua a rivendicare la leadership della coalizione in Veneto, dalla sua ha anche una freccia da tenere in serbo: proprio il posizionamento di Zaia. La sua corsa nelle liste leghiste è un modo per accontentare più gli alleati che Zaia stesso, ovviamente. Ma se poi gli alleati voltnao le spalle alla Lega sul nome del candidato, che succede?
Dal fronte meloniano, il coordinatore veneto Luca De Carlo è stato diretto, in queste ore: "Non abbiamo rinunciato a nulla, siamo il primo partito e siamo pronti più che mai ad amministrare direttamente la regione", ha detto alla Stampa, "Ma se le scelte dovessero rivelarsi diverse, Fratelli d'Italia farà uno straordinario atto di generosità". Ma se in Fratelli d'Italia la posizione rimane possibilista, in Forza Italia le idee sono ancora confuse. Veneto alla Lega? "Io non ho preclusioni nei confronti di nessuno, dobbiamo scegliere i candidati migliori per il migliore risultato possibile", ha detto il leader azzurro Tajani al Meeting di Rimini. Ma il suo delfino in Veneto, Flavio Tosi, non più tardi di tre giorni fa aveva detto l'esatto opposto. Chi alla fine dimostrerà di aver avuto ragione?
