ZONE ROSSE: STOP A PADOVA, VENEZIA LE RAFFORZA
Padova chiude la sua prima esperienza con le zone rosse. Una decisione maturata nella giornata di martedì, nel corso di una riunione in Prefettura in presenza del prefetto Giuseppe Forlenza e dei vertici di Polizia, Carabinieri e Guarda di Finanza. Finiscono così i controlli serrati che hanno interessato l’area vicina allo scalo ferroviario da inizio febbraio. Più di 19mila sono state le persone identificate, una media di più di 200 persone al giorno, con 48 ordini di allontanamento nell’arco dei tre mesi.
L’istituzione della zona rossa a Padova aveva causato una spaccatura, mai davvero risanata, tra comunità e mondo politico. Lo stesso sindaco Giordani ha, a più riprese, manifestato la sua perplessità riguardo queste zone “perimetrate”, da lui considerate solo come un modo per spostare i problemi verso altre aree della città.
Se a Padova non viene rinnovato, a Venezia invece continua l'esperimento delle zone rosse. Una misura nel segno della continuità dopo i circa settemila controlli effettuati dalle forze dell’ordine nel periodo tra Pasqua e il ponte del 1 maggio, tra il centro storico della Città d’Acqua, Jesolo e Chioggia.
Il prefetto Darco Pellos ha ritenuto necessario ripetere l’esperienza, sperimentata per la prima volta a Carnevale, in vista della fine dell’anno scolastico e della stagione estiva ormai alle porte. L’obiettivo è ancora una volta quello d’intercettare coloro che possono turbare la sicurezza pubblica in zone considerate “a rischio” come la stazione ferroviaria, Piazzale Roma e Rialto a Venezia, ma anche l’autostazione degli autobus e le principali piazze di ritrovo della movida di Jesolo e Chioggia.
Le zone rosse, sottolinea il Prefetto, non sono però l’unico mezzo contro l’illegalità.