FUNZIONA IL CARNEVALE "DIFFUSO": E ORA IL TICKET
Sarà ricordato come la fine di un’era. Sì, perché il Carnevale di Venezia, andato in archivio nei giorni scorsi, dovrebbe essere stato anche l’ultimo senza il contributo d’accesso.
Si preannuncia insomma una vera e propria rivoluzione per la città, e il trend è chiaro: addio ai grandi assembramenti, quelli che storicamente il Carnevale aveva portato in città.
Lo scoppio della pandemia da questo punto di vista aveva già segnato la strada, tanto che negli ultimi anni non si sono tenuti alcuni tra gli appuntamenti storicamente più affollati, come il Volo dell’Angelo che richiamava oltre centomila persone in Piazza San Marco.
Il comitato organizzatore, poi, ha fatto il resto, dando vita a un Carnevale sempre più diffuso: eventi in centro storico ma anche in terraferma, per spalmare quanto più possibile i turisti e più in generale chiunque voglia assistere ai festeggiamenti.
E i frutti si sono visti anche nell’edizione appena andata in archivio: quartieri in festa e mai più di 50 o 60 mila persone tutte insieme in centro. Cifra che, tra l’altro, da molti addetti ai lavori viene considerata la vera “soglia di carico” della città, quella che Venezia può sopportare senza andare in crisi.
In ogni caso i turisti sono arrivati anche quest’anno per il Carnevale, eccome: addirittura da oltre 160 nazioni diverse. Una ventina di persone si sono sorbite addirittura 30 ore di viaggio per arrivare dalla Nuova Zelanda.
Insomma, il Carnevale di Venezia piace a tutto il mondo, ed è il caso che il Comune ne tenga conto in previsione dell’entrata in vigore del contributo d’accesso. Sarà fondamentale, infatti, avvisare anche i turisti esteri delle nuove modalità per entrare in città.