IN AULA IL VIDEO DELL’ACCOLTELLAMENTO DI JACK
Il momento più atteso e più temuto: in aula, davanti alla Corte d’Assise di Venezia, scorrono per la prima volta le immagini dell’accoltellamento costato la vita a Giacomo Gobbato, ucciso lo scorso 20 settembre nel tentativo di sventare una rapina.
Il video, ripreso da una telecamera di sorveglianza, mostra due sagome attraversare Corso del Popolo. Sono Jack e l’amico Sebastiano, rimasto ferito gravemente. Corrono dietro a un uomo che pochi istanti prima ha aggredito e rapinato una donna seduta su una panchina.
«Cercavo soldi per la cocaina», ha detto in aula l’imputato, il 38enne Serghiei Merjievschii. Nelle immagini si vede Sebastiano tentare di bloccarlo, poi Jack lo placca al muro. I fendenti sono coperti da una colonna, ma ciò che sta succedendo si capisce.
Jack si accascia, si tiene il petto, si siede. È ferito al cuore. Sebastiano, colpito all’inguine, urla: «Stai attento, ha un coltello, mi ha preso!». Jack risponde: «Sì, anche a me». Poi più nulla.
In aula, la madre di Jack guarda ogni immagine, ogni secondo dell’agonia del figlio. Resta, lo accompagna anche in questi ultimi istanti, in un dolore che è impossibile immaginare.
Meno di cinque minuti dopo, Merjievschii tenta una seconda rapina. Una turista giapponese urla. Interviene un giovane albanese: «Fermo, Polizia». L’uomo si ferma, viene arrestato. Ha ancora il coltello in mano.
«Imperturbabile, silenzioso. Ha chiesto solo quanti anni gli avrebbero dato», ha raccontato un investigatore della Squadra Mobile.
Tutto in pochi minuti, sufficienti per passare da una serata tra amici alla tragedia. Ora sarà la Corte d’Assise a stabilire la pena. L’accusa chiede l’ergastolo. La sentenza è attesa l’8 luglio.