LA PROPOSTA: "VENEZIA SI FACCIA CARICO DEL VERDE"
La rovinosa caduta al suolo del leccio di piazzale Roma, che causò il 2 giugno scorso il ferimento di cinque persone, apre a Venezia un dibattito acceso sulla gestione del verde pubblico. E questo perché le indagini seguite a quell’avvenimento hanno appurato che: l’albero era malato, una perizia tecnica l’aveva certificato, la malattia era stata certificata e comunicata all’azienda incaricata della manutenzione, Ca Farsetti aveva spiccato un ordine di abbattimento. Eppure qualcosa, nella catena di comando, era saltato, visto che l’albero era ancora lì e alla fine è caduto da solo, addosso a delle persone.
Al di là dell’indagine che continua a fare il suo corso, le opposizioni del gruppo “Tutta la città insieme” oggi propongono che il Comune di Venezia internalizzi il servizio. Negli ultimi otto anni, infatti, a occuparsi del verde pubblico sono state due aziende appaltanti, prima Veritas e oggi Zorzetto. Il quale, quest’ultimo, subappalta ad un’altra cooperativa, la Demetra, l’esame della struttura e della stabilità degli alberi. Una scala, spiegano i consiglieri, che non può funzionare: se il Comune assumesse direttamente i lavoratori e si occupasse in prima persona della gestione del verde, il sistema funzionerebbe molto meglio.
Il sistema, spiegano le opposizioni, è farraginoso, complesso, rintracciare eventuali responsabilità è un’impresa impossibile, non c’è tempestività fra la richiesta e l’esecuzione, e il controllo da parte del Comune si riduce, in una filiera così lunga e articolata. La richiesta perciò è quella di una maggiore attenzione verso il verde pubblico: un bene prezioso, perché
limitato tra le costruzioni e gli asfalti, ma anche un patrimonio fragile, proprio perché crescendo in un habitat antropizzato ha bisogno di una cura superiore.