PRIMA VISITA CONSOLARE PER ALBERTO TRENTINI
Una prima, importante visita diplomatica per Alberto Trentini, il cooperante italiano detenuto da quasi un anno in Venezuela, senza accuse formali a suo carico.
Ad annunciarla è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando con i giornalisti durante l’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Tajani ha confermato che l’ambasciatore italiano a Caracas, Giovanni Umberto De Vito, ha incontrato Trentini per la prima volta nel carcere dove è recluso dallo scorso novembre.
Secondo quanto riferito, il cooperante sarebbe «in buone condizioni, anche se un po’ dimagrito». Nessun altro dettaglio è stato reso noto, e non è chiaro se si tratti di un segnale di apertura da parte del regime venezuelano.
Il caso di Trentini si inserisce in un contesto più ampio, che vede il governo autoritario di Nicolás Maduro accusato di praticare la cosiddetta “diplomazia degli ostaggi”: trattenere cittadini stranieri per ottenere concessioni politiche o riconoscimenti internazionali. In questi giorni, infatti, sono state concesse visite anche ad altri prigionieri europei.
Trentini, come molti altri internazionali detenuti in Venezuela, non è mai stato formalmente incriminato. La sua legale, Alessandra Ballerini, parla apertamente di “sparizione forzata”. E mentre la comunità internazionale continua a monitorare il caso con attenzione, in Italia – e in particolare a Venezia – amici e familiari non smettono di far sentire la propria voce.
Proseguono le manifestazioni pubbliche, e continua anche la “staffetta del digiuno”, una forma di protesta simbolica per chiedere chiarezza sul destino di Alberto e il suo immediato rilascio.