RIVIERA DEL BRENTA: CALANO EXPORT E PRODUZIONE
RIVIERA DEL BRENTA VE- Un grido d’allarme si leva dalla Riviera del Brenta. L’area veneziana rinomata a livello internazionale per le sue lussuose produzioni nei settori: tessile, abbigliamento e calzaturiero. Le imprese dei vari comparti, da tempo ricorrono all’impiego degli ammortizzatori sociali per evitare chiusure o licenziamenti. La crisi nell’area è fortemente avvertita e ha origine in parte dalle tensioni scoppiate nell’Est Europa tra Russia e Ucraina e in parte con la recente imposizione dei dazi da parte dell’America. Risultato? Nei primi 5 mesi il flusso di vendita verso l’estero è calato del 5.3% rispetto al medesimo lasso temporale del 2024. Anche la produzione registra un segno meno del 10% . Negativi gli ordini stimati per fine estate, anche se il dato è al momento sarebbe solo previsionale. Il Governo per fronteggiare la drammatica situazione ha concesso otto settimane di cassa integrazione in deroga alle piccole e micro imprese del comparto con meno di 15 dipendenti. Questo ha permesso di tirare avanti senza ricorrere a misure drastiche, licenziamenti per intenderci, che coinvolgerebbero migliaia di lavoratori ma l’intervento del Governo ha comunque una scadenza. Ecco tornare attuali più che mai le annose richieste avanzate dalle Sigle Sindacali e dagli stessi imprenditori agli organi di governo regionali e nazionali. Urge la sospensione in momenti di crisi dei versamenti tributari, serve agevolare l’accesso al credito. Per concludere oltre ai soliti sostegni tampone , servono aiuti per garantire ai nostri artigiani del lusso la partecipazione alle fiere settoriali estere, presenza che diventa economicamente insostenibile per le imprese colpite dalla crisi.