TICKET INCOSTITUZIONALE? LO SI SAPRÀ NEL 2029
Il ticket d’ingresso a Venezia è incostituzionale? Lo si saprà solo nel 2029.
È questa la data fissata per decidere se il contributo d’accesso – il biglietto da 5 euro introdotto in via sperimentale nel 2024 e rinnovato quest’anno – violi o meno i principi della Costituzione italiana. A denunciarlo è il sindacato Fisi, che da oltre un anno porta avanti una battaglia serrata contro la misura, definendola discriminatoria e fallimentare nella gestione dei flussi turistici.
La speranza del sindacato era quella di ottenere l'intervento della Corte costituzionale attraverso un'eccezione sollevata davanti al giudice di pace, dopo che era stata impugnata una sanzione inflitta a un attivista. Ma il procedimento si è arenato a causa della grave carenza di magistrati nell’ufficio del giudice di pace, con un rinvio che fa slittare tutto di quattro anni.
Un’attesa che Fisi definisce “una denegata giustizia”, aggravata da un paradosso: per riuscire a farsi multare, e quindi innescare l’iter giudiziario, tre attivisti avevano addirittura dovuto presentare un esposto ai carabinieri, dopo essere entrati più volte in città senza pagare il contributo.
L’obiettivo finale era portare il caso davanti alla Consulta, chiedendo che la delibera comunale fosse annullata per presunte violazioni costituzionali. Ma il piano si scontra con una macchina giudiziaria in difficoltà.
Un ostacolo non da poco: in Italia mancano oltre 1.300 magistrati togati e quasi 2.000 giudici onorari. Solo negli uffici dei giudici di pace, il numero di cause inevase cresce costantemente, con tempi di attesa che in alcuni casi superano i cinque anni.
Una situazione che non solo rallenta l’accesso alla giustizia, ma incide direttamente sulla vita dei cittadini: dai ricorsi per multe ai contenziosi civili, fino a casi come quello di Venezia, in cui una decisione importante per la collettività rischia di arrivare troppo tardi.
Quanto al ticket, comunque, il sindacato Fisi proseguirà nella sua battaglia.