FEMMINICIDO A VERONA: UCCISA DAL COMPAGNO VIOLENTO
Ancora una volta un femminicidio, una brutale aggressione annunciata che si è consumata nella provincia veronese. Jessica Stapazzolo, 33 anni, originaria del Brasile, è stata uccisa a Castelnuovo del Garda dal compagno, il 41enne, anch'egli brasiliano, Douglas Resi Pedroso, che nella notte è stato fermato dai Carabinieri di peschiera con l'accusa di omicidio.
Era stato lui stesso, a chiamare il 112 intorno a mezzanotte minacciando il suicidio. Dopo essere intervenuti ed averlo fermato, i militari hanno capito che il suo gesto era riconducibile a ciò che aveva commesso nella sua abitazione, e questo nei confronti della compagna che in passato lo aveva già denunciato, e che da giorni gli amici avevano segnalato come irreperibile. Arrivati nell'appartamento, i carabinieri l'hanno trovata senza vita e colpita da un numero di coltellate che il procuratore di Verona, Raffaele Tito, non ha esitato a definire "smisurato".
Un delitto annunciato, purtroppo. Pedroso, già condannato in passato per questioni di alcol e droga, era stato già denunciato dalla compagna ed era sottoposto al divieto di avvicinamento e di contatto con lei, e aveva l'ordine di indossare il braccialetto elettronico. Quando è stato fermato, però, non ce l'aveva addosso e non si sa ancora come abbia fatto a disfarsene, né quando questo sia successo. Jessica lo aveva denunciato per maltrattamenti e lesioni che sarebbero andate avanti almeno per un anno tra agosto del 2024 e aprile di quest'anno. Addirittura, era stato denunciato da un'altra donna per violenza sessuale, commessa nel dicembre scorso.
E dopo che gli erano stati contestati anche la resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, e nuove condotte violente contro la compagna nonostante un ammonimento del Questore, un mese fa la Procura ne aveva chiesto il rinvio a giudizio. In attesa del processo, era però tornato in libertà, seppure con misure di prevenzione che - tragicamente - si sono rivelate del tutto inefficaci. Anche perché la vittima non aveva con sé il ricevitore che fa segnalare la vicinanza alla persona sottoposta al braccialetto elettronico: questo è stato rinvenuto infatti a casa di lei, a Ponti sul Mincio, mentre l'uomo era già riuscito chissà quando a togliersi il dispositivo.
Le indagini sono appena partite, e puntano a capire cosa sia avvenuto. Al medico legale, il compito di stabilire data e ora precisa della morte della donna, che ancora non è chiaro se sia avvenuta nelle ultime ore o addirittura durante il fine settimana.