IL BARISTA NABABBO: UNA FORTUNA CON LO SPACCIO
Il suo patrimonio era di quelli davvero importanti: un locale in centro a Mestre, una villa con giardino a Favaro Veneto, diversi conti correnti e numerose auto di lusso. Una vita da nababbo costruita secondo gli inquirenti con i soldi del traffico di droga: dopo il sequestro di un anno e mezzo fa, ordinato dal Tribunale di Venezia nell’ambito di un’operazione che aveva portato a 14 persone arrestate per traffici di droga tra via Piave e le zone limitrofe, oggi è scattata la confisca vera e propria. Oltre mezzo milione di euro di beni che, per la legge, d'ora in avanti diventano di proprietà dello Stato.
L'uomo, che lavorava nel bar in via Cavallotti a Mestre, aveva costruito la sua vera fortuna infatti grazie ad un’attività di spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto cocaina ed eroina, che veniva gestita direttamente dal soggetto e dalla compagna, con il coinvolgimento di numerose altre persone che si occupavano di trasporto e smercio, mentre proprio il bar di Mestre era la base logistica dei traffici di droga: lei era la titolare, lui figurava formalmente come dipendente, ma i clienti che entravano effettivamente per bere il caffè erano davvero pochissimi, perché il locale era spesso e volentieri chiuso per giornate intere, probabilmente in concomitanza con lo svolgimento di attività illecite.
Una lunga indagine che ha scoperchiato il vertice di un notevole traffico di sostanze nel veneziano: l'intero patrimonio della coppia è stato espropriato dal Tribunale, e sull'uomo è stata anche disposta dal Questore di Venezia la misura della Sorveglianza Speciale per 4 anni: gli agenti vigileranno sui suoi movimenti per verificare che rispetti la legge e le prescrizioni ordinate dal giudice.