LUCIO FONTANA: UN RAPPORTO VITALE CON LA CRETA
La Collezione Peggy Guggenheim apre le porte della nuova mostra interamente dedicata alla produzione ceramica di Lucio Fontana. Si tratta di “Mani-Fattura”: quasi settanta opere esposte, che rappresentano un lato dell’artista oltre la figura iconica dei “tagli” e dello spazialismo, andando a scoprire un punto di vista più intimo e tattile di Fontana.
Quello allestito dalla Collezione è un percorso cronologico: partendo dal 1926, anno del ritorno in Argentina, con “Ballerina di Charleston”; proseguendo poi negli anni ‘30 e fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, quando tornò in Argentina e lavorare la ceramica. Tra le varie sale si troveranno oggetti per interni: piatti, crocifissi, caminetti e maniglie. Tutte realizzate in ceramica e molto spesso in collaborazione con importanti designer di quel tempo.
La direttrice del Guggenheim, Karole Vail, l’ha definita una “mostra che offre un approfondimento inedito sul rapporto vitale dell’artista con la creta”. Alle opere sarà affiancato anche un cortometraggio inedito di Felipe Sanguinetti.
Questa mostra, in programma fino al 2 marzo, punta a rivelare un lato diverso di Fontana, un lato più profondo e collaborativo. Il lato di uno scultore e artista profondamente legato alla materia e alla potenzialità tattile ed espressiva della creta.