ECCO I PRIMI BRACCIALETTI PER DIFENDERE I MEDICI
Detto e fatto. Dopo le innumerevoli aggressioni al personale sanitario, l’ULSS 2 Marca trevigiana aveva annunciato l’introduzione di nuovi strumenti a tutela di medici, infermieri e operatori in prima linea, troppo spesso vittime di insulti, aggressioni, minacce e comportamenti a rischio. Ecco allora che, prima in Veneto, l’azienda sanitaria trevigiana è la prima acquista 120 braccialetti anti aggressione che da oggi saranno forniti al personale dei pronto soccorso in servizio. Se la sperimentazione darà esito positivo, saranno implementati e distribuiti anche in altri reparti che tradizionalmente sono quelli dove si aggira il maggior numero di esagitati, come i servizi dipendenze, le aree psichiatriche, e i pronto soccorso pediatrici e consultori familiari.
Il funzionamento è semplice: se un operatore subisce un'aggressione, basta che prema il pulsante SOS sul dispositivo per attivare un allarme immediato alla control room, attiva 24 ore su 24, che ricevuto l'allarme verifica la situazione con una chiamata diretta e, se necessario, attiva immediatamente le forze dell'ordine, mentre avvisa anche l'Unità operativa interessata sul posto, in modo che tutti siano subito informati di quanto sta accadendo. "Con questi dispositivi vogliamo offrire loro uno strumento concreto perché si sentano più tutelati, garantendo un intervento immediato in caso di emergenza", ha annunciato il direttore generale dell’ULSS 2, Francesco Benazzi. I pronto soccorso, come si diceva, sono l'area più colpita: sul totale di quasi settecento aggressioni registrate nel 2024, il 30% è rappresentato da aggressioni fisiche.