"MERITO L'ERGASTOLO": TURETTA RINUNCIA ALL'APPELLO
"Sono pentito per quello che ho fatto, accetto l'ergastolo e non voglio ricorrere in Appello". Colpo di scena, nel processo a carico di Filippo Turetta, condannato in primo grado al massimo della pena per l'omicidio dell'ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il giovane, rinchiuso nel carcere di Montorio e condannato nemmeno un anno fa in primo grado davanti alla Corte d'assise di Venezia, in una lettera ha annunciato alla procura generale la sua rinuncia all'appello, e di accettare l'ergastolo per il grave gesto che ha compiuto nell'autunno inoltrato di due anni fa.
Un vero e proprio colpo di scena, visto che oltre alla Procura di Venezia, anche i suoi legali, i difensori Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, avevano presentato ricorso in appello con la richiesta di escludere l'aggravante della premeditazione, proprio nel tentativo di evitare l'ergastolo in secondo grado al reo confesso dell'omicidio di Giulia.
Una scelta che sarebbe stata dettata, secondo quanto filtra in queste ore, non solo dal pentimento dell'omicida, ma anche dalla sensazione di ostilità che sente nei suoi confronti, anche dietro le sbarre: a fine agosto, nel carcere di Montorio, Turetta era stato aggredito da un altro detenuto dopo essere stato trasferito nel braccio dei reclusi comuni. Proprio per dimostrare di non volere un trattamento di favore, anche per attenuare l’atmosfera ostile che lo circonda, Filippo Turetta avrebbe accettato la pena comminatagli in primo grado, senza dimenticare che per ora pesa anche il rifiuto, espresso da Gino Cecchettin, di accettare la sua richiesta di giustizia riparativa, quel percorso alternativo di scontare la pena che coinvolge direttamente Turetta e i familiari di Giulia, con l’obiettivo di riparare al danno provocato.
Filippo Turetta, detenuto dal 25 novembre del 2023 nel carcere veronese, era stato condannato all'ergastolo in primo grado a dicembre scorso. Il processo di secondo grado, anche con la sua rinuncia, dovrebbe comunque partire il prossimo 14 novembre, salvo nuovi colpi di scena: a ricorrere è stata infatti anche l'accusa, che proverà in Corte d'assise d'Appello a riconoscergli anche le aggravanti di stalking e crudeltà che nel primo processo erano state escluse. Due pregiudiziali che non cambierebbero, anche venendo accettate, la pena dell'ergastolo per l'omicida di Giulia, ma che dal punto di vista giurisprudenziale scriverebbero una nuova pagina di diritto in tema di violenza di genere.