COMUNALI, IN TANTE BATTAGLIE LA DESTRA PARTE DIVISA
Venerdì 10 maggio, scadono i termini per la presentazione delle liste dei candidati alle elezioni amministrative che, in Veneto, chiameranno alle urne tutti gli elettori per il rinnovo dei membri del Parlamento Europeo spettanti all'Italia, ma che in 309 comuni veneti, oltre il 55% del totale, dovranno rinnovare anche la carica di primo cittadino e i componenti del consiglio comunale. Oltre 300 municipi, 24 dei quali con una popolazione che supera i 15 mila abitanti e passibili quindi di ballottaggio. Territori in cui c'è un indubbio fermento, e nei quali, in molti casi, il centrodestra correrà diviso. Le tessere stanno per essere messe al loro posto, ma l'indicazione che arriva da alcuni tra i più importanti municipi veneti è chiara. Da un lato c’è il dualismo tra Fratelli d'Italia e Lega che, animato dai dubbi su chi correrà come governatore alle prossime regionali, dall'altra c’è la frattura provocata dallo slittamento verso il meridione della Lega di Salvini, da cui in molti si sono defilati per confluire nella nuova Forza Italia di Flavio Tosi. Spaccature nette, che per la prima volta, a questa tornata di amministrative, mostreranno se la tenuta del centrodestra sarà ancora tale.
In alcuni casi si è arrivati ad un accordo, con Fratelli d'Italia che ha fatto un passo indietro accettando di sostenere i candidati leghisti – da Montecchio Maggiore ad Arzignano, da Preganziol a Scorzè. A Rovigo, unico capoluogo di provincia alle urne, il centrodestra sembrava vacillare ma poi ha trovato la quadra attorno a Valeria Cittadin. Altrove, invece, si è arrivati allo strappo vero e proprio.
A Bassano del Grappa la sindaca uscente, Elena Pavan non sarebbe stata confermata dal suo partito, la Lega: correrà da sola sostenuta da Fratelli d'Italia, è stata cacciata dal Carroccio e duellerà con il candidato di Forza Italia, Mariano Scotton e il vicepresidente del Consiglio regionale Nicola Finco, sostenuto dai moderati e dalla Lega stessa. Tre candidati per altrettanti partiti, un autentico psicodramma.
A Legnago, nella Bassa Veronese, Paolo Longhi corre sostenuto da FDI e Forza Italia, Roberto Danieli dalla Lega. A Monselice la Lega candida per il bis Giorgia Bedin, mentre FdI e Forza Italia puntano sul coordinatore provinciale azzurro Luca Callegaro. E così pure a Selvazzano, dove il Carroccio spera di rieleggere Giovanna Rossi, sfiduciata e decaduta da sindaca, con fratelli e forzisti che puntano su Mariano Fuschi, coordinatore locale dei meloniani e vicinissimo all’ex primo cittadino Enoch Soranzo. Vittorio Veneto, nell'alta Marca, potrebbe diventare invece una cartina di tornasole del peso del leghisti anti-Salvini: Lega e Fratelli d'Italia sostengono Giovanni Braido, Forza Italia invece appoggia l’ex vicesindaco leghista Gianluca Posocco, uomo vicinissimo al cacciato Toni Da Re in aperto conflitto con la gestione nazionale del Carroccio.
E tra le crepe nel veneziano, da Spinea a Noale, il quadro si fa sempre più aperto. Sfumature diverse, di un'unica immagine: un centrodestra che in Veneto è più diviso che mai.
