DOPO LA LAUREA IL LAVORO C’È MA SI PARTE LO STESSO
L’Italia e il problema dei neolaureati: è davvero possibile trovare un lavoro adeguato?
È quanto emerso dal rapporto di AlmaLaurea che riguarda l’indagine sulla condizione occupazionale dei laureati.
Anche se fa riferimento solo alle università che vi hanno aderito, rappresenta una buona base di indagine per determinare i parametri nazionali.
Questa analisi è realizzata a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo e rimanda una panoramica dell’inserimento nel mercato del lavoro dei laureati.
Indagine che controlla anche il tipo di professione, la retribuzione e l’effettivo utilizzo delle competenze acquisite in università.
I numeri parlano chiaro. Si registra un tasso record di occupazione per i laureati italiani, il più alto nell’ultimo decennio: il 4,5% in più per i laureati in triennale e quasi il 3% in più per quelli in magistrale.
I parametri che sono stati considerati in tale analisi dimostrano come anche le condizioni di partenza incidano sulla chance di occupazione dei neolaureati.
Ad esempio il percorso di istruzione dei famigliari oppure le capacità imparate durate il percorso di studi.
Nonostante il forte aumento occupazionale interno non si ferma la fuga di cervelli all’estero che coinvolge sopratutto quei settori necessari all’innovazione tecnologica.
I laureati sono attratti dai maggiori stipendi e dalle diverse possibilità che ritengono esserci in altri Stati.
I laureati dopo il primo anno della magistrale a ciclo unico dell’Università di Padova occupano una posizione elevata con una percentuale superiore alla media nazionale.
Anche le altre statistiche si rivelano vincenti con un totale del 62,8 percento.