PANBARI Q7: MORTI I DUE ALPINISTI DISPERSI IN NEPAL
                                
                                    
Sono morti Alessandro Caputo e Stefano Farronato, i due alpinisti italiani, il primo maestro di sci lombardo e l’altro arboricoltore veneto della zona del bassanese, che da giorni erano dispersi in Nepal. Il loro decesso è stato confermato questa mattina dalle autorità locali, scrive la Farnesina in una nota. Da venerdì 31 ottobre si erano persi i contatti, mentre erano impegnati nella prima scalata italiana con gli sci del picco Panbari Himal fino a 6.887 metri sull’Himalaya, alla soglia di quell’altitudine simbolica che segna l’ingresso tra le grandi montagne del mondo.
I connazionali erano stati sorpresi da forti nevicate al Campo 1 a 5.000 metri e nella scalata, a causa delle precarie condizioni meteo, sarebbero stati travolti da una slavina. Le due vittime erano unite da un’elevata preparazione, dallo spirito di squadra e dal desiderio di esplorare montagne poco battute, lo stesso Farronato era alla sua diciottesima spedizione.
Anche un terzo connazionale (le cui generalità non sono ancora note) è morto in un’altra spedizione nella valle del Rolwaling dove un’altra valanga di grandi proporzioni ha spazzato via il campo base allestito a 5.630 metri.
Alessandro e Stefano avevano lasciato il loro capo gruppo, l’alpinista Valter Perlino, piemontese, rimasto al campo base e poi recuperato da un elicottero delle autorità nepalesi, a causa di un infortunio al piede subito un paio di giorni prima. È stato proprio lui a lanciare l’allarme per i suoi compagni di viaggio e arrampicata.
Una scalata iniziata il 7 ottobre, un Q7, “quasi settemila, lontano dalle attenzioni mediatiche” come ha scritto Perlino sulla sua pagina facebook che promuove una tradizione di alpinismo autentico e lontano dai riflettori.
Secondo quanto risulta alla Farnesina sarebbero altri cinque-sei gli italiani le cui condizioni risultano al momento non verificabili e che si trovano dispersi in altre aree del Nepal. Le ricerche continuano incessanti.