TRENTINI, IL SECONDO NATALE IN CARCERE SENZA MOTIVI
A casa Trentini, è il secondo Natale di apprensione per le sorti di Alberto, cooperante veneziano imprigionato in Venezuela dalle autorità sudamericane ancora senza un motivo, né senza rassicurazioni sull'evoluzione futura della sua detenzione. Ma le notizie che arrivano alla vigilia di questa festività ancora di tristezza, nella casa di famiglia a Venezia, contribuiscono ad alimentare almeno una fiammella di speranza.
La prima, è stata la telefonata arrivata dal Quirinale qualche giorno fa. Il presidente Mattarella in persona, ha chiamato la madre di Alberto, Armanda Colusso, per esprimere vicinanza e solidarietà alla famiglia e per ribadire soprattutto che l'Italia non li ha abbandonati.
Alberto Trentini nelle scorse settimane aveva contattato casa, brevi telefonate in cui aveva rassicurato sulle sue condizioni di salute. Ma ormai, è da oltre 400 giorni che la sua detenzione prosegue, senza motivazioni chiarite dalle autorità del regime di Maduro. Trentini era arrivato in Venezuela il 17 ottobre del 2024 per una missione con le Ong Humanity e Inclusion, ma il 15 novembre di un anno fa, mentre stava raggiungendo Guasdalito dalla capitale Caracas, è stato fermato ed arrestato. Da allora per lui, e per i suoi familiari e amici, è iniziata un'odissea che dura oramai da oltre 400 giorni e che l'escalation nella contrapposizione tra Stati Uniti e Venezuela di certo non contribuisce a distendere.
La madre di Alberto aveva chiesto alla politica italiana un gesto concreto e un'azione più incisiva, e non aveva nascosto la sua amarezza per una situazione che sembra non sbloccarsi.
Una prima, buona notizia da oltreoceano arriva proprio in queste ore, perché sembra sia arrivato a Caracas un ambasciatore speciale dell'Onu proprio per avviare un tavolo di trattativa. Mentre le relazioni diplomatiche con Roma sembrano ferme, il palazzo di vetro ha inviato un suo ambasciatore a discutere col regime di Maduro, per cercare una soluzione per la vicenda di Alberto Trentini. A breve, il messo delle Nazioni Unite dovrebbe incontrare anche il presidente venezuelano, Nicolás Maduro, e consegnargli personalmente una lettera a firma della madre di Alberto.
