TANGENTI A VENEZIA, SLITTA L’UDIENZA BORASO
Slitta all’11 luglio l’udienza per decidere in merito al patteggiamento dell’ex Assessore alla Mobilità del Comune di Venezia Renato Boraso nell’ambito dell’inchiesta Palude.
Boraso è accusato di 12 episodi di corruzione. La Procura lagunare e la difesa hanno concordato una pena di tre anni e dieci mesi, oltre alla confisca di una somma contestata pari a 400mila euro. Secondo gli inquirenti, si tratterebbe di tangenti versate da imprenditori in cambio di favori, come informazioni privilegiate su bandi e appalti, e autorizzazioni urbanistiche.
La difesa, però, sostiene che quei soldi siano stati incassati legalmente attraverso fatture e tassati regolarmente. Chiede quindi che l’importo da restituire sia ridotto a 300mila euro.
Insieme a Boraso, anche due imprenditori – Fabrizio Ormenese e Daniele Brichese – hanno chiesto di patteggiare. Anche le loro udienze sono state rinviate alla stessa data.
Nel frattempo, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per altri 34 indagati, tra cui il sindaco Luigi Brugnaro. Le accuse riguardano anche la controversa compravendita dei 41 ettari inquinati dell’area dei Pili. L’udienza preliminare per questo secondo filone, però, potrebbe slittare in autunno. Motivo per cui sembra allontanarsi, almeno per ora, l’ipotesi di un processo unificato.
Tra le parti civili già ammesse, il Comune e la Città Metropolitana di Venezia. Respinta invece la richiesta della Cgil.