VENEZIA: LA CASA DEI BORSEGGIATORI
Benvenuti a Venezia, il regno dei borseggiatori, la città in cui se provi a fermarli rischi di beccarti una denuncia – proprio da loro – oppure trovi la tua faccia su manifesti affissi agli imbarcaderi e lungo le calli.
Quanto accaduto a Monica Poli – Lady Pickpocket, colei che da anni cerca di cacciare gli scippatori – è il chiaro segno che qualcosa non funziona.
Accusata di aver distrutto gli affari della città, di essersi arricchita con le sue sortite anti borseggiatori che fanno migliaia di visualizzazioni sui social network.
Seconda città in Italia per furti con destrezza, Venezia ora è davvero il regno dei borseggiatori, che si fanno ogni giorno sempre più aggressivi.
La colpa? Di un’impunità ormai acclarata. La legge Cartabia, attualmente in vigore, non prevede la procedibilità d’ufficio per questi reati. Motivo per cui i turisti – le vittime designate dei borseggiatori - spesso non denunciano nemmeno più.
Borseggiatori impuniti significa borseggiatori più forti e più spregiudicati. Che si permettono di affiggere volantini in città, e che si permettono di denunciare chi li filma, lamentando di veder violata la loro privacy.
Ecco perché, secondo il Presidente della Regione Zaia, che ha proposto il braccialetto elettronico per i borseggiatori, il passo sarebbe semplice.
Serve però una legge nazionale: la Lega l’ha presentata in Senato, se approvata permetterebbe di punire i borseggiatori d’ufficio. Al Parlamento il compito di dare risposte veloci ai cittadini.