LA STORIA DI STEFANO GHELLER ARRIVA AL CINEMA
                                
                                    
“Uno pensa al suicidio assistito quando inizia a pensare se vale la pena o meno continuare così”.
Si chiama “Lasciatemi morire ridendo” il documentario uscito in questi giorni al cinema dedicato alla storia di Stefano Gheller, la seconda persona in Italia, e la prima in Veneto, ad aver ottenuto il diritto al suicidio assistito nel nostro paese.
Gheller, vicentino d’origine, era scomparso il 22 febbraio 2024 per l’aggravarsi della sua malattia, la distrofia muscolare.
Nonostante avesse ottenuto dalla sua Ulss di riferimento l’autorizzazione al suicidio assistito, aveva deciso di non usufruirne subito ma solo nel momento in cui le sue condizioni fossero peggiorate ulteriormente.
Il documentario, girato dal regista 25enne Massimiliano Fumagalli, racconta la quotidianità di Stefano Gheller: i numerosi incontri pubblici a cui partecipava portando la sua testimonianza, ma anche i momenti più intimi e personali.
Le riprese sono durate due mesi che la produzione ha trascorso a stretto contatto con Stefano Gheller, documentandone le giornate e raccogliendo le testimonianze di persone a lui vicine. Tra queste anche la sorella che condivide la sua stessa malattia.
“La malattia sicuramente ha cambiato le nostre vite perché abbiamo dovuto rinunciare a molte cose, anche perché hai molto bisogno per qualsiasi cosa degli altri”
Un documentario destinato a riaccendere anche il dibattito sul fine vita. Nonostante le sollecitazioni della Corte Costituzionale, il Parlamento non ha ancora approvato una legge nazionale. E così il tema è demandato alle Regioni, che però continuano a viaggiare in ordine sparso.