CARCERI ITALIANE: STANZA PER LA RABBIA O LAVORO?
Dopo la stanza dell’affettività , al Due Palazzi nasce la proposta dell’introduzione di una Rage Room, ovvero uno sfogatoio. Se in ambito civile la stanza per sfogare la rabbia è ormai presente in diverse città italiane , è completamente assente nelle carceri. Un tema quello della gestione della rabbia o aggressività gestito completamente dal personale penitenziario. Carenza di agenti e psicologi rendono difficile arginare il problema, che viene trattato principalmente con punizioni. Lavoro , attività di reinserimento sono un valido antidoto contro la rabbia ma tutto questo è di difficile realizzazione nelle carenti strutture detentive italiane. Ecco proporre l’introduzione della stanza dell’affetto utile a mantenere vivi i legami con il partner e ad abbassare il livello di aggressività nel recluso, favorendo i colloqui intimi. Altra possibile soluzione lo “sfogatoio”, un luogo dove poter distruggere tutto in sicurezza, proposto dal SAPPE il Sindacato di polizia penitenziaria dopo l’ennesima aggressione subita da un agente in queste ore presso la casa di reclusione Due Palazzi di Padova. Un recluso dopo essersi autonomamente inflitto delle ferite , durante il tragitto in infermeria nel tentativo improvviso di sferrare un pugno al volto dell’agente che lo scortava , lo avrebbe in realtà investito con schizzi di sangue al viso e agli occhi. Questo ha causato all’agente visite mediche e profilassi per scongiurare possibili contagi. È questa la strada giusta da intraprendere , o serve tutt’altro, come ad esempio potenziare le attività educative e formative , per la gestione della rabbia anche attraverso il lavoro?