LE PRIORITÀ ITALIANE NELLO SCENARIO INTERNAZIONALE
Ambiente, armi e commercio. Questi i temi che l’Italia ha trattato nello scenario internazionale in questo ultimo periodo.
Temi che hanno suscitato non poche critiche, altri che, invece, sono rimasti in una zona grigia.
Prima di tutto Israele. In Europa si levano le prime voci contro i massacri che lo Stato Ebraico compie a Gaza, ma il governo rimane fedele all’amicizia con Netanyahu.
Neppure le critiche mosse dall’alleato Tajani, piccola frattura interna, hanno ostacolato il governo Meloni dal rinnovare il memorandum con Israele.
L’8 giugno scatterà automaticamente la proroga dell’intesa Italia-Israele in materia di cooperazione militare.
Scambio reciproco di materiale bellico, formazione dei soldati e ricerca militare, le principali clausole dell’accordo.
Tuttavia i cittadini non potranno sapere come verranno usati i soldi pubblici: il memorandum è protetto dall’accordo di riservatezza, che impone il divieto di divulgazione delle informazioni, di fatto rendendole inaccessibili agli italiani.
Ma non solo l’intesa con lo Stato Ebraico è passata in sordina.
Sul fronte ambientale, l’Italia fa parte di una coalizione che chiede la deregolamentazione della deforestazione.
11 paesi europei stanno facendo pressioni sulla Commissione Ue per depotenziare le attuali norme che regolano il taglio degli alberi.
L’accusa: i criteri sul disboscamento sono troppo rigorosi.
Non è la prima volta che l’Italia rema contro alle norme per la difesa dell’ecosistema: la penisola è stata l’unica, ad esempio, a votare no al divieto della pesca a strascico e ad alterare i limiti agli allevamenti intensivi.
Allentare le norme sulla deforestazione significa non solo danneggiare un habitat già a rischio, ledere anche l’intero comparto alimentare.
Le norme attuali prevedono che taluni prodotti, come la soia e il cacao, provengano da aree non disboscate, modificarle comporterebbe l’alterazione di molti beni alimentari.
Ci teniamo a quello che mettiamo in tavola?