PIANTEDOSI A PADOVA: "AVANTI CON LA ZONA ROSSA"
Inizia una nuova settimana di campagna elettorale a metà: quella del centrosinistra, concreta e diretta, continua a procedere con gli appuntamenti del candidato Giovanni Manildo sul territorio, per spiegare temi e strategia, quella del centrodestra rimane ferma al palo. Ferma per l'immobilismo dei leader e la scelta di un candidato che si aspetta come godot: se fino alla scorsa settimana si poteva anche ipotizzare che Salvini, meloni e Tajani dovessero trovare il tempo per incontrarsi e valutare la situazione, ora è quantomai evidente, che i vertici di partito, soprattutto in Forza Italia e Fratelli d'Italia, non vogliono, scegliere ancora il candidato. Un incontro a palazzo Chigi c'è stato, ma si è preso ancora tempo. E più tempo trascorre, più appare strana la situazione venutasi a creare nel Carroccio.
Domenica prossima c'è il tradizionale raduno di Pontida, e Matteo Salvini sicuramente lance3rà dal palco Alberto Stefani come candidato per il Veneto. Ma nemmeno domenica - molto probabilmente - il candidato ci arriverà ufficializzato: la Lega l'ha annunciato due settimane fa, ma ormai quelle famose rassicurazioni che tutti avevano dato per scontate in maggioranza sono arrivate. Se fossero state un pro forma, sarebbe già arrivato il via libera al candidato leghista.
E invece nulla, anzi: tra veti incrociati e paletti, la corsa a Palazzo Balbi sta diventando sempre più accidentata. I leghisti veneti non vogliono cedere alle pretese dei meloniani, che però per contro rivendicano i loro spazi di manovra. Il coordinatore veneto di FdI, Luca De Carlo, ha sottolineato ancora come un terzo dei veneti già dalle ultime due elezioni, Politiche ed Europee, abbia votato dalla loro. Fratelli d’Italia sarebbe anche disposta a concedere il veneto, ma solo in cambio della Lombardia. E il Carroccio non può certo abbandonarsi ad uno smacco del genere, soprattutto alla vigilia del raduno di Pontida. E così, mentre persino dall'UDC, ormai, il moderato Antonio De Poli ha chiesto pubblicamente, e davanti a Meloni, di fare presto perché i veneti si stanno spazientendo, settembre avanza e da quelle parti non c'è un candidato, e nemmeno la data del voto. Altro che autonomia: a Pontida stavolta ci sarà poco da sbandierare, oltre al vessillo del Leone.
